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Torreglia nel Parco Letterario

Parco Letterario ® Francesco Petrarca e dei Colli Euganei

Torreglia, per la vastità degli orizzonti, 
è tra i più belli e accoglienti angoli del mondo
Diego Valeri.

I Colli Euganei nella storia hanno saputo incantare tanti poeti e scrittori, in tanti secoli di storia. A questo proposito si è giustamente deciso di inserire quest’area all’interno di un più vasto progetto, dedicato al patrimonio letterario italiano e al legame con il suo territorio: i Parchi letterari, percorsi e itinerari lungo i luoghi di vita e di ispirazione dei grandi scrittori e testimonianza di un ricco patrimonio culturale ed ambientale da tutelare e proteggere. Dal 2012 esiste il Parco letterario Francesco Petrarca e dei Colli Euganei, e il merito di questo proposta – ch’è già per molti aspetti una splendida realtà – è quello di promuovere, a fianco dei tanti valori dei Colli, anche la consapevolezza che nessun altro luogo in Italia ha visto la presenza di un numero così alto di letterati che hanno dedicato pagine per decantare le bellezze, le singolarità, armonie e disarmonie di queste colline. 

Torreglia è un mirabile esempio di questo intreccio tra Colli e letteratura, con un ruolo chiaro all’interno del Parco letterario grazie alla presenza significativa di luoghi celebri legati proprio al mondo della letteratura e del simposio artistico e spirituale. 

A Torreglia nella storia hanno scelto di soggiornare tanti grandi personaggi, nel passato lontano e in quello più vicino a noi. E alcuni di loro ci hanno fatto dono di pagine poetiche e in prosa che hanno decantato le armonie e gli incanti di queste colline che abbracciano Torreglia. Più di tutti l’ha fatto l’abate Giuseppe Barbieri, che nel suo lungo soggiorno nella sua Villa ha scritto mirabili versi dedicati agli Euganei e una attenta, amorevole e particolareggiata descrizione della sua Torreglia, colta in ogni suo lembo, con un entusiasmo che, a distanza di quasi due secoli, non possiamo che condividere appieno. Ma vanno considerati anche altri meritevoli autori, molto diversi per stile e contenuti dal Barbieri, come importanti cantori di alcuni celebri luoghi di questo territorio. 

Concetto Marchesi, ospite degli eremiti del monastero del Monte Rua, descrive panorami vicini e lontani, e i castagni e i roveri, e i pini e i cipressi che bordeggiano l’eremo, per poi addentrarsi con devota riverenza fin nei recessi delle umili cellette. Dino Buzzati, molti anni dopo, ospite di una festa nella Villa dei Vescovi,  vedrà all’intorno alcuni dei migliori Colli Euganei i quali, per non essere deturpati di colture, per non portare sulla sommità alcuna fabbrica e per la tipica sagoma a cono che allude a preistoriche eruzioni, risultano oltremodo puri e misteriosi. Anche Giuliano Scabia si soffermerà a rimirare – in una conca lucente la villa dei vescovi rossa e arancione, ad arcate potenti quadrate, con le terrazze protese sulla valletta, rifinite sul davanti dalle scale delicate – era la corona di un colle. 
Se gli Euganei meritano più d’ogni altro posto di rappresentare un luogo caro alla letteratura, al punto da poterli definire un’Arcadia euganea, Torreglia interpreta al meglio tale ruolo. Insomma, come sentenzia bellamente  il poeta Diego Valeri, Torreglia, per la vastità degli orizzonti, è tra i più belli e accoglienti angoli del mondo.